Il racconto di un libro: I mercoledì di Sant’Andrea

Con il marchio Edizioni di Maieutica sono state edite in passato alcune pubblicazioni che contengono testi di Tullio Castellani affiancati a testi di altri autori e, circa 10 anni fa, alcuni quaderni; con I mercoledì di Sant’Andrea, per la prima volta, la Fondazione Tullio Castellani realizza un libro di cui Castellani è l’unico autore. Lo scopo della Fondazione è onorare e trasmettere la memoria di Tullio Castellani, è nostro compito non solo studiarne e approfondirne il pensiero ma anche individuare le forme attraverso le quali diffonderlo e far sì che altri ne conoscano il senso e la portata: quale miglior forma, per rispondere allo scopo, se non quella di un libro?

fondazione tullio castellani
ideazione e progetto

edizioni di maieutica
editore

anno
2017/18

la visione dell’uomo

Tullio Castellani ha una formazione giuridica ed economica, fa l’avvocato, insegna nelle scuole superiori e dirige un’azienda, ma i suoi interessi sono molteplici: da autodidatta studia e ricerca in campi come la scienza – la biologia e il ramo dell’entomologia in particolare – ma anche la storia, la filosofia, la storia delle religioni, mosso in fondo dal bisogno di rispondere alle domande esistenziali: chi sono io? Da dove vengo? In che rapporto sono con l’universo? Cercando di comprendere, di avvicinare il senso della vita. Un movimento, quello della conoscenza, che per Castellani non può essere separato dalla messa in pratica, dall’attuazione, né tantomeno precederla (abbiamo spesso l’idea che, prima di agire, dobbiamo prepararci attraverso una conoscenza “teorica”); nella sua visione – e nella sua testimonianza – conoscenza e realizzazione, ricerca e trasformazione di sé sono un tutt’uno. Inoltre, fin da giovane, ha forti tensioni spirituali, avverte l’importanza per l’uomo di coltivare la dimensione spirituale, perlomeno al pari delle altre se non principalmente.
Abbiamo cercato un modo, naturalmente non esaustivo, che permettesse di restituire la visione dell’uomo di Castellani come coscienza in sviluppo e la fiducia che egli riponeva nelle possibilità di crescita e di ampliamento delle facoltà umane.

Vivere è un mezzo per imparare a sviluppare le facoltà creatrici; è un’opera d’arte faticosa e laboriosa, penosa talvolta, come tutte le opere d’arte veramente impegnative, che ha valore non per i risultati ottenuti, ma per lo sviluppo della nostra facoltà creativa.

Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #13

presentazione
dellibrotullio
castellani
imercoledìdi
sant’andrea
edizionidimaieutica
22marzo’18h18.30
fondazionetullio
castellani
milano

Così si esprimeva Tullio Castellani in uno dei mercoledì sera che il libro presenta. C’è, nel suo messaggio, una spinta ad avventurarsi dentro e fuori se stessi con tutti i mezzi e le possibilità, comunica coraggio e fa assaporare “il gusto” della vita.

che cos’erano i mercoledì di sant’andrea

Siamo alle soglie della Seconda guerra mondiale, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, Castellani è allora segretario generale della sezione italiana della Società Teosofica, sezione che verrà sciolta dal Fascismo nel ’39 per essersi rifiutata di adeguare il proprio statuto a quanto richiesto dalle leggi razziali. Castellani aveva già fondato il Centro di Cultura Spirituale che svolgeva le sue attività tra Milano e Genova e la cui istituzione ufficiale avviene a dicembre del ’38 quando cominciano le attività proprio in via Sant’Andrea 8 a Milano. Un Centro che favorisca «lo studio dei problemi spirituali specialmente sotto l’aspetto scientifico, filosofico, morale, sociale, artistico e religioso» (così recitava il primo scopo contenuto nello Statuto). Tale attività, si legge nei documenti dell’epoca, si svolgerà mediante corsi, conferenze, serate di domande e risposte.
Al mercoledì sera Castellani riuniva intorno a sé amici e simpatizzanti: introduceva alcuni problemi su cui riflettere e ne cercava l’inquadramento così che potessero non tanto essere risolti, quanto sostenere la ricerca di ciascuno; la via che si percorreva in gruppo era di individuare che cosa ognuna delle dimensioni della cultura sviluppa nella crescita dell’individuo, che cosa lo aiuta a mettere a fuoco.
I temi e le questioni sono di varia natura, come si evince dai titoli delle conferenze: Dio è in cielo, Dio è ovunque, Dio non è in nessuno luogo (il problema religioso); L’educazione dell’adulto (sulla necessità di un’educazione permanente dell’individuo); La sopravvivenza (esiste la vita oltre la morte?); ancora: Il mondo nuovo di ogni civiltà (su che cosa si fonda una civiltà? Quale nuovo principio esprime?). Alcuni, quindi, tra i problemi fondamentali dell’esperienza umana rispetto ai quali, come ama sottolineare Castellani, è importante ricercare la giusta inquadratura, cioè il modo di guardarli, non la soluzione: probabilmente perché una soluzione non esiste, o comunque perché ciascuno deve trovare liberamente il proprio modo di starvi a fronte. In ogni caso, ciò che stava a cuore a Castellani, in questi incontri, era sciogliere le abitudini mentali e i condizionamenti che si frappongono fra noi e la conquista di consapevolezza.
Quello che ci serve, sembra volerci dire, spesso è solo un nuovo punto di osservazione:

(…) se osserviamo tutti i problemi umani troviamo che a nessuno di essi è stata data una risoluzione definitiva, e che il nostro progredire (nella scienza, nell’arte, nella filosofia, nella vita individuale e sociale) avviene attraverso una continua reimpostazione dei problemi; in quanto, a un certo momento, ci accorgiamo, nell’applicazione delle apparenti soluzioni, che il problema non poteva essere risolto perché male impostato.
(…) miriamo a uno scopo pratico, perciò la risposta alle nostre domande deve darci un senso di soddisfazione il più completo possibile, pur sapendo che il nuovo sviluppo ci porterà su nuove posizioni, in cicli più vasti.
(…) noi che viviamo l’esperienza terrena abbiamo e dobbiamo accettare il nostro senso d’imperfezione non come una condanna, ma sapendo che esso deriva dal fatto che la nostra umana coscienza va dispiegandosi nella sua pluridimensionalità e che in questo sviluppo sta la ragione della vita e la dinamica di essa.
(…) a mano a mano che la coscienza svilupperà le sue dimensioni si renderanno possibili nuovi incontri: sarà l’artista, sarà il pensatore, sarà il mistico, e tutti ci aiuteranno a crescere ancora, vitalizzando con la loro la nostra esperienza.

Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #1

L’artista, il pensatore, il mistico… quelli culturali sono incontri per alimentare una costante autoeducazione e nei famosi mercoledì sera Castellani usava un metodo più vicino alla testimonianza che alla lezione: metteva a disposizione il proprio percorso umano, la propria preparazione culturale e spirituale, perché anche altri trovassero dentro di sé un orientamento nella loro ricerca personale.
I mercoledì divennero ben presto una tradizione che continuò, per quanto siamo riusciti a ricostruire, per una quindicina d’anni.

i mercoledì di sant'andrea, libro di edizioni di maieutica
sala conferenze di Sant'Andrea - Tullio Castellani

le conferenze, il libro

Eccoci alle conferenze di questo libro: sono 16 e Castellani le tenne, una alla settimana circa, in un periodo che va dal 3 novembre 1948 al 18 maggio 1949.
Come sono state scelte?
Siamo partite da una ricerca sui testi a disposizione nei nostri archivi. In una fase di ricerca rispetto all’attività della Fondazione, in cui reinterpretare le modalità attraverso le quali rispondere allo scopo statutario, abbiamo pensato di ripartire dall’inizio, dal Castellani “prima maniera” per così dire. E ci siamo messe a leggere e rileggere: del ciclo di conferenze che abbiamo raccolto nel libro erano state, all’epoca, distribuite delle dispense ai partecipanti ed erano state numerate progressivamente, anche se non costituivano un complesso unico e si potevano frequentare separatamente. Abbiamo poi verificato, lavorandoci, che un filo rosso naturalmente c’è – poi ne accenneremo – e comunque è interessante che ciascun lettore lo verifichi e scopra il suo!
Tutti i mercoledì (al mattino, però!) ci siamo riunite in Fondazione per leggere insieme a voce alta e confrontarci su quello che le parole di Castellani suscitavano in noi: un lavoro di studio, di riflessione ma anche di “caccia” delle esperienze (personali e non) che verificasse quanto e in che modo quelle conferenze potessero comunicare oggi. Quello che è avvenuto ovviamente lo portiamo dentro di noi, ma forse trasparirà dal modo in cui abbiamo curato il libro e dalle scelte di editing.

il lavoro di editing

il linguaggio

Il primo elemento da affrontare per lavorare al testo di I mercoledì di Sant’Andrea è stato il linguaggio, con due obiettivi:
– restituirlo nella sua autenticità, modificare il meno possibile per una forte esigenza di fedeltà e perché il lettore ipotetico (con cui sempre l’editing si misura) possa rivivere anche l’atmosfera degli incontri;
migliorare la comprensione dell’ipotetico lettore: le conferenze non nascono dalla penna di Tullio Castellani, non le ha scritte lui in prima persona, ma sono appunti presi da chi lo ascolta, sicuramente riletti e corretti ma pur sempre appunti nati dall’oralità, scritti alla fine degli anni Quaranta, quindi in una lingua che, organo vivo in continuo mutamento, oggi è parzialmente diversa.
Il lavoro sul testo è stato un continuo compromesso fra la fedeltà e l’innovazione linguistica: compromesso che è sfociato, la maggior parte delle volte, in un’eliminazione del superfluo: D eufoniche, puntini di sospensione, virgolette alte, sottolineature che ci raccontano che è stato un testo vissuto, letto riletto, approfondito, discusso. E ancora: i milanesissimi questo e quello, le tantissime maiuscole, i gerundi… È stato modificato qualche giro di frase solo per amore di chiarezza e sostituito qualche termine obsoleto… pochi, pochissimi.

le conferenze: da 21 a 16

Ed è stata sempre la lingua a guida di una scelta importante, dettata da motivi linguistici e non solo. Le conferenze inizialmente erano 21, il libro I mercoledì di Sant’Andrea invece ne contiene 16: è stato solo quando siamo riuscite a prendere in considerazione la possibilità di espungere le ultime 5 che abbiamo avuto di fronte un testo con una forma definita, una sua compiutezza, pronto da pubblicare.


Le 5 conferenze espunte hanno come tema
la ricerca spirituale

la ricerca spirituale come sostanza di ogni vita
la ricerca spirituale e la scienza moderna
la ricerca spirituale come filosofia e cultura
la ricerca spirituale come azione
la ricerca spirituale sotto l’aspetto sociale

dispensa Conferenze di Sant'Andrea

 

su cui Castellani ha già pubblicato un volumetto molto esaustivo intitolato La ricerca spirituale, che le contiene tutte, magari non identiche nella forma, ma di sicuro nel contenuto. Pubblicarle avrebbe significato ripetersi. Inoltre parevano slegate dalle altre per due motivi:
la data. Si sono svolte di mercoledì ma non avevano una data consequenziale alle altre 16, c’era in mezzo un salto di due anni: non appartenevano allo stesso ciclo di conferenze prescelte;
il linguaggio più complesso e meno comprensibile.

edito/inedito

Una precisazione: le 16 conferenze non sono tutte inedite, solo tre non sono mai state pubblicate prima, le altre si trovano in altre raccolte di testi di Tullio Castellani. Certamente non sono mai state pubblicate tutte insieme, così come erano in archivio, pronte da distribuire al pubblico di quegli anni, come un ciclo unico, una in seguito all’altra.
Solo in questo modo l’ipotetico lettore può ricostruire, inventare, individuare il filo rosso che si nasconde e le tiene insieme. Leggendo e rileggendo le conferenze per lavorare sul testo, ne abbiamo individuato uno, resta a ciascun lettore il compito di individuare il proprio.

le 16 conferenze di
i mercoledì di sant’andrea

#1 Il mondo come nostra proiezione.

#2 Dio è in cielo, Dio è ovunque, Dio non è in nessun luogo.

#3 Il Discorso della montagna nella sua attualità.

#4 Il poco lume ed il gran cerchio d’ombra.

#5 L’educazione dell’adulto.

#6 I principi emergenti della vita organica.

#7 Emergenza del principio umano.

#8 I primitivi.

#9 L’arte.

#10 L’uomo creatura e l’uomo creatore.

#11 Attualità dei grandi.
Marco Aurelio e Seneca.

#12 Il mistero della vita della natura.

<#13 La sopravvivenza.
Impostazione del problema.

#14 L’educazione morale e religiosa
del fanciullo e dell’adulto.

#15 La conquista della gioia di vivere.

#16 Il mondo nuovo di ogni civiltà.

il filo rosso

È sicuro che il libro I mercoledì di Sant’Andrea appartiene al genere letterario del saggio ma, leggendo e rileggendo, in queste 16 conferenze abbiamo incontrato un protagonista, dei personaggi e un intreccio proprio come succede nei romanzi. Tenendo sott’occhio il sommario e i titoli delle conferenze, si può seguire il viaggio del protagonista.
Si tratta di un Uomo alla ricerca, un uomo degli anni Quaranta ma che potrebbe essere un uomo dei nostri giorni, forse un uomo universale alla ricerca di una chiave di lettura non solo del mondo ma proprio dell’universo, infatti fra i tanti personaggi con cui si confronta ci sono anche diversi studiosi di astronomia, del cielo e le sue meraviglie. Ma prima che con il cielo, nel suo viaggio di ricerca il protagonista si imbatte con il mondo: Il mondo come nostra proiezione, la prima conferenza, e qui scopre che la conoscenza del mondo può essere piena di tranelli, di suggestioni. L’uomo alla ricerca si scontra con una serie di scoperte ma anche di domande che lo confondono: si può davvero conoscere il mondo?
Ne esce confuso e si appella a Dio: ma Dio risponde? Dov’è Dio? Dio è in cielo? Dio è ovunque? O Dio non è in nessun luogo? Ma Dio si può incontrare? Forse un Dio si può incontrare ed è quello della tradizione cristiana, questo Dio ha una forma con cui si può dialogare, se non altro ci sono dei testi che possono dare una mano a chiarire qualche interrogativo: la terza conferenza deve il suo titolo, Il Discorso della montagna nella sua attualità, al brano contenuto nel vangelo di Matteo.
Ma anche da questo confronto il protagonista non esce con delle risposte definitive: è ancora piccolo il lume e grande il cerchio d’ombra dice il titolo della quarta conferenza. Forse uno spunto viene dal confronto con un testo della tradizione come il vangelo di Matteo: l’uomo ha bisogno di educarsi (conferenza #5 L’educazione dell’adulto) di continuare a studiare, leggere, cercare, confrontarsi per vivere.

la cosiddetta cultura che ci è stata impartita era costituita da un’istruzione con pretese formative, ma, essendo le nozioni non rispondenti a un vero e sentito bisogno della nostra coscienza, esse hanno perduto ogni unità e ogni coesione, fluttuano come rottami di un naufragio sul mare della vita, dando a molti soltanto una vana e vanitosa pretesa di superiorità intellettualistica. ricominciare? ma chi avrebbe il coraggio di riprendere quei testi scolastici che, riletti da adulti, giustificano tutto il senso di pena e noia che ha gravato sulla nostra giovinezza? e allora vediamo spalancarsi le biblioteche con le loro tonnellate di libri mummificati. ma a che cosa ci servirebbe una cultura generale, che significa analisi sempre più vaste, quando noi abbiamo bisogno soltanto degli specifici elementi che servano a darci una più comprensiva visione, entro la quale la nostra azione si senta inquadrata?

Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #5

Ed è qui, nel cuore del libro, che avviene un salto fino a quell’educazione permanente che prende poi la forma dell’autoeducazione. Inizia infatti un minicorso intitolato Formazione e sviluppo della personalità di 5 conferenze che si apre con I principi emergenti della vita organica e si chiude con L’uomo creatura e l’uomo creatore, minicorso che aveva una sua autonomia e nel corso di queste conferenze l’uomo alla ricerca compie la scoperta che gli consente di progredire: senza che ciascuno abbia fatto prima il proprio viaggio dentro sé, un viaggio di scoperta e di profonda conoscenza di sé, nessun tipo di conoscenza è possibile.

(…) altre volte, e sotto altri aspetti, abbiamo detto che l’uomo è sempre un essere trascendente in quanto supera continuamente sé stesso come individuo attuale perché vuole sempre giungere a fare ciò che attualmente non può e a diventare ciò che attualmente non è. potrebbe, invece, una tigre pensare di fare ciò che coi suoi mezzi fisici non può fare, oppure diventare qualche cosa di diverso da sé stessa?
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #7

È attraverso questo viaggio che l’uomo da creatura può diventare creatore, come recita il titolo della conferenza che chiude il minicorso e riconsegna l’uomo alla scoperta del mondo, ma questa volta è un uomo nuovo. Un uomo che subito scopre quanto può essere prezioso l’esempio, il pensiero dei grandi del passato: come Marco Aurelio e Seneca (Attualità dei grandi).
Un uomo che finalmente può andare alla scoperta del mondo e confrontarsi con il mistero della natura e la sua indicibile meraviglia.

(…) se vogliamo intendere in qualche modo il mistero della natura, dobbiamo andarle incontro con tutta la nostra coscienza aperta, permettendo che essa sia permeata dai messaggi che ci giungono attraverso gli esseri, dalla stella al fiore. dobbiamo andarle incontro in uno stato di contemplazione. poi entrerà in gioco la mente con l’osservazione e con la sperimentazione che dovranno essere infine sintetizzate in una meditazione a cui partecipino tutte le nostre possibilità interiori.
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #12

Un uomo che di nuovo si pone delle domande sulla vita dopo la morte (conferenza #13 La sopravvivenza. Impostazione del problema) ed è in grado di creare non necessariamente le risposte ma un’impostazione del problema che gli consenta di progredire, più solido, perché cosciente di sé perché possa andare Alla conquista della gioia di vivere (conferenza #15).

gli strumenti

Come un vero romanzo, il protagonista incontra una gran quantità di personaggi perché Castellani è un ricercatore che spazia in moltissimi campi: dalla scienza alla filosofia, dalla letteratura alla storia della religione fino all’antropologia, e in ogni campo cita i ricercatori che lo hanno fatto riflettere, che lo hanno stimolato, quelli che fanno fare un passo in più nel viaggio alla scoperta. E allora, per rendere più comprensibili le citazioni, abbiamo fornito il libro di un indice biografico che ricorda in modo sintetico la vita e le basi del pensiero di ogni autore.
Infine, in appendice, troverete due testi utilizzati nelle conferenze: il Discorso sul monte dal Vangelo di Matteo, e il mito della caverna dalla Repubblica di Platone.
Il volume si chiude con la classica bibliografia in ordine alfabetico per autore.

la veste grafica

Il volume I mercoledì di Sant’Andrea e la sua veste grafica sono il frutto di un ritorno al Castellani “prima maniera” – attraverso la lettura delle conferenze conservate nei nostri archivi – e della ricerca di un’immagine nuova, sintetica, simbolica della Fondazione Tullio Castellani. Al lavoro già avviato di lettura in gruppo, si è unita la nostra familiarità con il “fare i libri”: con il marchio Edizioni di Maieutica, la Fondazione ha già pubblicato numerosi testi. Pubblicare le conferenze dei mercoledì in un volume con una grafica studiata ad hoc, fare di un libro non solo uno strumento di lettura ma anche un oggetto è stato il primo passo per marcare la nostra identità e riprendere la produzione della casa editrice.
Il volume I mercoledì di Sant’Andrea è pensato come un unicum, ma come il primo di una serie di tipi unici che vogliamo eleggere a territori, fatti di inchiostro e carta, di sperimentazione.

una grafica che non tradisca l’autore

Alla grafica è affidato il potere di diffondere il contenuto di un libro: gran parte del suo successo è dovuto all’immagine, alla forma: “Deve essere quella giusta, e deve essere percepita come giusta anche dal pubblico” (Roberto Calasso). Si trattava quindi di elaborare un’immagine capace di richiamare l’attenzione del lettore, senza tradire il contenuto del libro, il messaggio dell’autore. La domanda in redazione era: da dove cominciamo per elaborare la copertina più adatta a questo libro? Abbiamo rispolverato gli storici ex libris di Castellani: in archivio ne abbiamo quattro, ciascuno dedicato a una particolare dimensione di ricerca (c’è l’aspetto spirituale, come la scienza e la natura, il richiamo a Dio e la visione della società), ma per quanto niente potesse essere più rappresentativo di Castellani, sceglierne uno avrebbe significato prediligere una particolare dimensione rispetto alle altre e non restituire tutta la ricchezza contenutistica delle conferenze di Sant’Andrea.
Non esiste un simbolo, un’illustrazione che possa restituire pienamente il significato delle conferenze e la complessa personalità di Tullio Castellani al tempo stesso: è così che le lettere che compongono autore e titolo del volume sono diventate esse stesse illustrazione, simbolo. E, sulla sovracoperta, lo hanno fatto coniugando una font dall’apparenza classica ai nuovi orizzonti della “stampa”: il lasercut. La parola è stata trasformata in immagine, ed è come tale che andrà letta, prima che come testo.
A rimarcare il ruolo dell’“illustrazione di copertina”, che si fa logo, la si ritrova all’interno del volume a dare forma ai titoli delle diverse conferenze, e in chiusura del libro, per lasciare traccia nel ricordo del lettore: un altro tassello per rimarcare l’identità.

ex libris di Tullio Castellani
libretti della collana Orientamenti di vita interiore

filo diretto con il passato

Il carattere chiamato a illustrare la sovracoperta è un Century Gothic: una font bastoni, semplice e lineare che, sorpresa scoperta dopo la pubblicazione, richiama le linee del carattere che ha illustrato la collana di testi Orientamenti di vita interiore, 4 volumetti, 1944. È una font geometrica, elegante, senza tempo, molto simile ai caratteri “romani”. Nonostante il richiamo al passato, il Century Gothic nasce nel 1991 ed è una font digitale, ispirata al Futura: un filo diretto con il passato che apre al futuro.
Per i testi delle conferenze abbiamo scelto un grande classico: un Simoncini Garamond, carattere graziato che favorisce la lettura. Lo si legge già al primo sguardo.
A voler richiamare il passato, abbiamo inserito, nella parte introduttiva del volume, la riproduzione di una comunicazione ai soci del Centro di Cultura Spirituale (Annali di Centro Coscienza, vol. III, 1938-39), datata 24 marzo 1939: si avvisano i soci che uno degli appuntamenti del mercoledì sera verrà rimandato causa esercitazioni antiaeree. Un altro modo per restituire al lettore lo spirito del tempo.

(…) i segni grafici che state leggendo non rappresentano che stimoli sensori (bianco e nero) sul nostro occhio, ma non si limitano a questa funzione, bensì costituiscono dei simboli del mio pensiero che la mia coscienza trasmette alla vostra e che voi interpretate per risonanza. lo studio analitico dei caratteri della stampa non potrà mai darvi questa comprensione, così come lo studio dell’acustica non potrà mai rivelarvi il messaggio musicale che la coscienza dell’artista vi invia per mezzo dei suoni.
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #12

fare i libri

Nell’epoca del libro digitale, del libro che si smaterializza, la ricerca di un piccolo editore deve orientarsi al recupero della dimensione fisica del libro che dia al lettore delle buone ragioni per scegliere il “vecchio” libro di carta. È per questo che I mercoledì di Sant’Andrea hanno richiesto una ricerca dei materiali e delle tecniche di stampa che ne facessero non un libro qualunque, ma un libro oggetto, la cui forma non avesse niente da invidiare al contenuto. Un’esperienza visiva e tattile alla quale partecipano la sovracoperta “stampata” con taglio laser; una coperta in cartoncino goffrato naturale Fedrigoni Blu Denim; il corpo interno stampato su carta 100% riciclata.
La prima tiratura conta solo 200 esemplari numerati, ennesimo segno della preziosità del volume.

Comunicazione ai soci del Centro di Cultura Spirituale - I mercoledì di Sant'Andrea
Con tutto l’essere noi dobbiamo incamminarci in questa grande avventura: alla ricerca di noi stessi.

la visione dell’uomo

Tullio Castellani ha una formazione giuridica ed economica, fa l’avvocato, insegna nelle scuole superiori e dirige un’azienda, ma i suoi interessi sono molteplici: da autodidatta studia e ricerca in campi come la scienza – la biologia e il ramo dell’entomologia in particolare – ma anche la storia, la filosofia, la storia delle religioni, mosso in fondo dal bisogno di rispondere alle domande esistenziali: chi sono io? Da dove vengo? In che rapporto sono con l’universo? Cercando di comprendere, di avvicinare il senso della vita. Un movimento, quello della conoscenza, che per Castellani non può essere separato dalla messa in pratica, dall’attuazione, né tantomeno precederla (abbiamo spesso l’idea che, prima di agire, dobbiamo prepararci attraverso una conoscenza “teorica”); nella sua visione – e nella sua testimonianza – conoscenza e realizzazione, ricerca e trasformazione di sé sono un tutt’uno. Inoltre, fin da giovane, ha forti tensioni spirituali, avverte l’importanza per l’uomo di coltivare la dimensione spirituale, perlomeno al pari delle altre se non principalmente.
Abbiamo cercato un modo, naturalmente non esaustivo, che permettesse di restituire la visione dell’uomo di Castellani come coscienza in sviluppo e la fiducia che egli riponeva nelle possibilità di crescita e di ampliamento delle facoltà umane.

Vivere è un mezzo per imparare a sviluppare le facoltà creatrici; è un’opera d’arte faticosa e laboriosa, penosa talvolta, come tutte le opere d’arte veramente impegnative, che ha valore non per i risultati ottenuti, ma per lo sviluppo della nostra facoltà creativa.

Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #13

Così si esprimeva Tullio Castellani in uno dei mercoledì sera che il libro presenta. C’è, nel suo messaggio, una spinta ad avventurarsi dentro e fuori se stessi con tutti i mezzi e le possibilità, comunica coraggio e fa assaporare “il gusto” della vita.

che cos’erano i mercoledì di sant’andrea

Siamo alle soglie della Seconda guerra mondiale, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, Castellani è allora segretario generale della sezione italiana della Società Teosofica, sezione che verrà sciolta dal Fascismo nel ’39 per essersi rifiutata di adeguare il proprio statuto a quanto richiesto dalle leggi razziali. Castellani aveva già fondato il Centro di Cultura Spirituale che svolgeva le sue attività tra Milano e Genova e la cui istituzione ufficiale avviene a dicembre del ’38 quando cominciano le attività proprio in via Sant’Andrea 8 a Milano. Un Centro che favorisca «lo studio dei problemi spirituali specialmente sotto l’aspetto scientifico, filosofico, morale, sociale, artistico e religioso» (così recitava il primo scopo contenuto nello Statuto). Tale attività, si legge nei documenti dell’epoca, si svolgerà mediante corsi, conferenze, serate di domande e risposte.
Al mercoledì sera Castellani riuniva intorno a sé amici e simpatizzanti: introduceva alcuni problemi su cui riflettere e ne cercava l’inquadramento così che potessero non tanto essere risolti, quanto sostenere la ricerca di ciascuno; la via che si percorreva in gruppo era di individuare che cosa ognuna delle dimensioni della cultura sviluppa nella crescita dell’individuo, che cosa lo aiuta a mettere a fuoco.
I temi e le questioni sono di varia natura, come si evince dai titoli delle conferenze: Dio è in cielo, Dio è ovunque, Dio non è in nessuno luogo (il problema religioso); L’educazione dell’adulto (sulla necessità di un’educazione permanente dell’individuo); La sopravvivenza (esiste la vita oltre la morte?); ancora: Il mondo nuovo di ogni civiltà (su che cosa si fonda una civiltà? Quale nuovo principio esprime?). Alcuni, quindi, tra i problemi fondamentali dell’esperienza umana rispetto ai quali, come ama sottolineare Castellani, è importante ricercare la giusta inquadratura, cioè il modo di guardarli, non la soluzione: probabilmente perché una soluzione non esiste, o comunque perché ciascuno deve trovare liberamente il proprio modo di starvi a fronte. In ogni caso, ciò che stava a cuore a Castellani, in questi incontri, era sciogliere le abitudini mentali e i condizionamenti che si frappongono fra noi e la conquista di consapevolezza.
Quello che ci serve, sembra volerci dire, spesso è solo un nuovo punto di osservazione:

(…) se osserviamo tutti i problemi umani troviamo che a nessuno di essi è stata data una risoluzione definitiva, e che il nostro progredire (nella scienza, nell’arte, nella filosofia, nella vita individuale e sociale) avviene attraverso una continua reimpostazione dei problemi; in quanto, a un certo momento, ci accorgiamo, nell’applicazione delle apparenti soluzioni, che il problema non poteva essere risolto perché male impostato.
(…) miriamo a uno scopo pratico, perciò la risposta alle nostre domande deve darci un senso di soddisfazione il più completo possibile, pur sapendo che il nuovo sviluppo ci porterà su nuove posizioni, in cicli più vasti.
(…) noi che viviamo l’esperienza terrena abbiamo e dobbiamo accettare il nostro senso d’imperfezione non come una condanna, ma sapendo che esso deriva dal fatto che la nostra umana coscienza va dispiegandosi nella sua pluridimensionalità e che in questo sviluppo sta la ragione della vita e la dinamica di essa.
(…) a mano a mano che la coscienza svilupperà le sue dimensioni si renderanno possibili nuovi incontri: sarà l’artista, sarà il pensatore, sarà il mistico, e tutti ci aiuteranno a crescere ancora, vitalizzando con la loro la nostra esperienza.

Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #1

L’artista, il pensatore, il mistico… quelli culturali sono incontri per alimentare una costante autoeducazione e nei famosi mercoledì sera Castellani usava un metodo più vicino alla testimonianza che alla lezione: metteva a disposizione il proprio percorso umano, la propria preparazione culturale e spirituale, perché anche altri trovassero dentro di sé un orientamento nella loro ricerca personale.
I mercoledì divennero ben presto una tradizione che continuò, per quanto siamo riusciti a ricostruire, per una quindicina d’anni.

i mercoledì di sant'andrea, libro di edizioni di maieutica
sala conferenze di Sant'Andrea - Tullio Castellani

le conferenze, il libro

Eccoci alle conferenze di questo libro: sono 16 e Castellani le tenne, una alla settimana circa, in un periodo che va dal 3 novembre 1948 al 18 maggio 1949.
Come sono state scelte?
Siamo partite da una ricerca sui testi a disposizione nei nostri archivi. In una fase di ricerca rispetto all’attività della Fondazione, in cui reinterpretare le modalità attraverso le quali rispondere allo scopo statutario, abbiamo pensato di ripartire dall’inizio, dal Castellani “prima maniera” per così dire. E ci siamo messe a leggere e rileggere: del ciclo di conferenze che abbiamo raccolto nel libro erano state, all’epoca, distribuite delle dispense ai partecipanti ed erano state numerate progressivamente, anche se non costituivano un complesso unico e si potevano frequentare separatamente. Abbiamo poi verificato, lavorandoci, che un filo rosso naturalmente c’è – poi ne accenneremo – e comunque è interessante che ciascun lettore lo verifichi e scopra il suo!
Tutti i mercoledì (al mattino, però!) ci siamo riunite in Fondazione per leggere insieme a voce alta e confrontarci su quello che le parole di Castellani suscitavano in noi: un lavoro di studio, di riflessione ma anche di “caccia” delle esperienze (personali e non) che verificasse quanto e in che modo quelle conferenze potessero comunicare oggi. Quello che è avvenuto ovviamente lo portiamo dentro di noi, ma forse trasparirà dal modo in cui abbiamo curato il libro e dalle scelte di editing.

il lavoro di editing

il linguaggio

Il primo elemento da affrontare per lavorare al testo di I mercoledì di Sant’Andrea è stato il linguaggio, con due obiettivi:
– restituirlo nella sua autenticità, modificare il meno possibile per una forte esigenza di fedeltà e perché il lettore ipotetico (con cui sempre l’editing si misura) possa rivivere anche l’atmosfera degli incontri;
migliorare la comprensione dell’ipotetico lettore: le conferenze non nascono dalla penna di Tullio Castellani, non le ha scritte lui in prima persona, ma sono appunti presi da chi lo ascolta, sicuramente riletti e corretti ma pur sempre appunti nati dall’oralità, scritti alla fine degli anni Quaranta, quindi in una lingua che, organo vivo in continuo mutamento, oggi è parzialmente diversa.
Il lavoro sul testo è stato un continuo compromesso fra la fedeltà e l’innovazione linguistica: compromesso che è sfociato, la maggior parte delle volte, in un’eliminazione del superfluo: D eufoniche, puntini di sospensione, virgolette alte, sottolineature che ci raccontano che è stato un testo vissuto, letto riletto, approfondito, discusso. E ancora: i milanesissimi questo e quello, le tantissime maiuscole, i gerundi… È stato modificato qualche giro di frase solo per amore di chiarezza e sostituito qualche termine obsoleto… pochi, pochissimi.

le conferenze: da 21 a 16

Ed è stata sempre la lingua a guida di una scelta importante, dettata da motivi linguistici e non solo. Le conferenze inizialmente erano 21, il libro I mercoledì di Sant’Andrea invece ne contiene 16: è stato solo quando siamo riuscite a prendere in considerazione la possibilità di espungere le ultime 5 che abbiamo avuto di fronte un testo con una forma definita, una sua compiutezza, pronto da pubblicare.


Le 5 conferenze espunte hanno come tema
la ricerca spirituale

la ricerca spirituale come sostanza di ogni vita
la ricerca spirituale e la scienza moderna
la ricerca spirituale come filosofia e cultura
la ricerca spirituale come azione
la ricerca spirituale sotto l’aspetto sociale

 

su cui Castellani ha già pubblicato un volumetto molto esaustivo intitolato La ricerca spirituale, che le contiene tutte, magari non identiche nella forma, ma di sicuro nel contenuto. Pubblicarle avrebbe significato ripetersi. Inoltre parevano slegate dalle altre per due motivi:
la data. Si sono svolte di mercoledì ma non avevano una data consequenziale alle altre 16, c’era in mezzo un salto di due anni: non appartenevano allo stesso ciclo di conferenze prescelte;
il linguaggio più complesso e meno comprensibile.

dispensa Conferenze di Sant'Andrea

edito/inedito

Una precisazione: le 16 conferenze non sono tutte inedite, solo tre non sono mai state pubblicate prima, le altre si trovano in altre raccolte di testi di Tullio Castellani. Certamente non sono mai state pubblicate tutte insieme, così come erano in archivio, pronte da distribuire al pubblico di quegli anni, come un ciclo unico, una in seguito all’altra.
Solo in questo modo l’ipotetico lettore può ricostruire, inventare, individuare il filo rosso che si nasconde e le tiene insieme. Leggendo e rileggendo le conferenze per lavorare sul testo, ne abbiamo individuato uno, resta a ciascun lettore il compito di individuare il proprio.

il filo rosso

È sicuro che il libro I mercoledì di Sant’Andrea appartiene al genere letterario del saggio ma, leggendo e rileggendo, in queste 16 conferenze abbiamo incontrato un protagonista, dei personaggi e un intreccio proprio come succede nei romanzi. Tenendo sott’occhio il sommario e i titoli delle conferenze, si può seguire il viaggio del protagonista.
Si tratta di un Uomo alla ricerca, un uomo degli anni Quaranta ma che potrebbe essere un uomo dei nostri giorni, forse un uomo universale alla ricerca di una chiave di lettura non solo del mondo ma proprio dell’universo, infatti fra i tanti personaggi con cui si confronta ci sono anche diversi studiosi di astronomia, del cielo e le sue meraviglie. Ma prima che con il cielo, nel suo viaggio di ricerca il protagonista si imbatte con il mondo: Il mondo come nostra proiezione, la prima conferenza, e qui scopre che la conoscenza del mondo può essere piena di tranelli, di suggestioni. L’uomo alla ricerca si scontra con una serie di scoperte ma anche di domande che lo confondono: si può davvero conoscere il mondo?
Ne esce confuso e si appella a Dio: ma Dio risponde? Dov’è Dio? Dio è in cielo? Dio è ovunque? O Dio non è in nessun luogo? Ma Dio si può incontrare? Forse un Dio si può incontrare ed è quello della tradizione cristiana, questo Dio ha una forma con cui si può dialogare, se non altro ci sono dei testi che possono dare una mano a chiarire qualche interrogativo: la terza conferenza deve il suo titolo, Il Discorso della montagna nella sua attualità, al brano contenuto nel vangelo di Matteo.
Ma anche da questo confronto il protagonista non esce con delle risposte definitive: è ancora piccolo il lume e grande il cerchio d’ombra dice il titolo della quarta conferenza. Forse uno spunto viene dal confronto con un testo della tradizione come il vangelo di Matteo: l’uomo ha bisogno di educarsi (conferenza #5 L’educazione dell’adulto) di continuare a studiare, leggere, cercare, confrontarsi per vivere.

 

la cosiddetta cultura che ci è stata impartita era costituita da un’istruzione con pretese formative, ma, essendo le nozioni non rispondenti a un vero e sentito bisogno della nostra coscienza, esse hanno perduto ogni unità e ogni coesione, fluttuano come rottami di un naufragio sul mare della vita, dando a molti soltanto una vana e vanitosa pretesa di superiorità intellettualistica. ricominciare? ma chi avrebbe il coraggio di riprendere quei testi scolastici che, riletti da adulti, giustificano tutto il senso di pena e noia che ha gravato sulla nostra giovinezza? e allora vediamo spalancarsi le biblioteche con le loro tonnellate di libri mummificati. ma a che cosa ci servirebbe una cultura generale, che significa analisi sempre più vaste, quando noi abbiamo bisogno soltanto degli specifici elementi che servano a darci una più comprensiva visione, entro la quale la nostra azione si senta inquadrata?
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #5

Ed è qui, nel cuore del libro, che avviene un salto fino a quell’educazione permanente che prende poi la forma dell’autoeducazione. Inizia infatti un minicorso intitolato Formazione e sviluppo della personalità di 5 conferenze che si apre con I principi emergenti della vita organica e si chiude con L’uomo creatura e l’uomo creatore, minicorso che aveva una sua autonomia e nel corso di queste conferenze l’uomo alla ricerca compie la scoperta che gli consente di progredire: senza che ciascuno abbia fatto prima il proprio viaggio dentro sé, un viaggio di scoperta e di profonda conoscenza di sé, nessun tipo di conoscenza è possibile.

 

(…) altre volte, e sotto altri aspetti, abbiamo detto che l’uomo è sempre un essere trascendente in quanto supera continuamente sé stesso come individuo attuale perché vuole sempre giungere a fare ciò che attualmente non può e a diventare ciò che attualmente non è. potrebbe, invece, una tigre pensare di fare ciò che coi suoi mezzi fisici non può fare, oppure diventare qualche cosa di diverso da sé stessa?
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #7

È attraverso questo viaggio che l’uomo da creatura può diventare creatore, come recita il titolo della conferenza che chiude il minicorso e riconsegna l’uomo alla scoperta del mondo, ma questa volta è un uomo nuovo. Un uomo che subito scopre quanto può essere prezioso l’esempio, il pensiero dei grandi del passato: come Marco Aurelio e Seneca (Attualità dei grandi).
Un uomo che finalmente può andare alla scoperta del mondo e confrontarsi con il mistero della natura e la sua indicibile meraviglia.

(…) se vogliamo intendere in qualche modo il mistero della natura, dobbiamo andarle incontro con tutta la nostra coscienza aperta, permettendo che essa sia permeata dai messaggi che ci giungono attraverso gli esseri, dalla stella al fiore. dobbiamo andarle incontro in uno stato di contemplazione. poi entrerà in gioco la mente con l’osservazione e con la sperimentazione che dovranno essere infine sintetizzate in una meditazione a cui partecipino tutte le nostre possibilità interiori.
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #12

Un uomo che di nuovo si pone delle domande sulla vita dopo la morte (conferenza #13 La sopravvivenza. Impostazione del problema) ed è in grado di creare non necessariamente le risposte ma un’impostazione del problema che gli consenta di progredire, più solido, perché cosciente di sé perché possa andare Alla conquista della gioia di vivere (conferenza #15).

gli strumenti

Come un vero romanzo, il protagonista incontra una gran quantità di personaggi perché Castellani è un ricercatore che spazia in moltissimi campi: dalla scienza alla filosofia, dalla letteratura alla storia della religione fino all’antropologia, e in ogni campo cita i ricercatori che lo hanno fatto riflettere, che lo hanno stimolato, quelli che fanno fare un passo in più nel viaggio alla scoperta. E allora, per rendere più comprensibili le citazioni, abbiamo fornito il libro di un indice biografico che ricorda in modo sintetico la vita e le basi del pensiero di ogni autore.
Infine, in appendice, troverete due testi utilizzati nelle conferenze: il Discorso sul monte dal Vangelo di Matteo, e il mito della caverna dalla Repubblica di Platone.
Il volume si chiude con la classica bibliografia in ordine alfabetico per autore.

la veste grafica

Il volume I mercoledì di Sant’Andrea e la sua veste grafica sono il frutto di un ritorno al Castellani “prima maniera” – attraverso la lettura delle conferenze conservate nei nostri archivi – e della ricerca di un’immagine nuova, sintetica, simbolica della Fondazione Tullio Castellani. Al lavoro già avviato di lettura in gruppo, si è unita la nostra familiarità con il “fare i libri”: con il marchio Edizioni di Maieutica, la Fondazione ha già pubblicato numerosi testi. Pubblicare le conferenze dei mercoledì in un volume con una grafica studiata ad hoc, fare di un libro non solo uno strumento di lettura ma anche un oggetto è stato il primo passo per marcare la nostra identità e riprendere la produzione della casa editrice.
Il volume I mercoledì di Sant’Andrea è pensato come un unicum, ma come il primo di una serie di tipi unici che vogliamo eleggere a territori, fatti di inchiostro e carta, di sperimentazione.

una grafica che non tradisca l’autore

Alla grafica è affidato il potere di diffondere il contenuto di un libro: gran parte del suo successo è dovuto all’immagine, alla forma: “Deve essere quella giusta, e deve essere percepita come giusta anche dal pubblico” (Roberto Calasso). Si trattava quindi di elaborare un’immagine capace di richiamare l’attenzione del lettore, senza tradire il contenuto del libro, il messaggio dell’autore. La domanda in redazione era: da dove cominciamo per elaborare la copertina più adatta a questo libro? Abbiamo rispolverato gli storici ex libris di Castellani: in archivio ne abbiamo quattro, ciascuno dedicato a una particolare dimensione di ricerca (c’è l’aspetto spirituale, come la scienza e la natura, il richiamo a Dio e la visione della società), ma per quanto niente potesse essere più rappresentativo di Castellani, sceglierne uno avrebbe significato prediligere una particolare dimensione rispetto alle altre e non restituire tutta la ricchezza contenutistica delle conferenze di Sant’Andrea.
Non esiste un simbolo, un’illustrazione che possa restituire pienamente il significato delle conferenze e la complessa personalità di Tullio Castellani al tempo stesso: è così che le lettere che compongono autore e titolo del volume sono diventate esse stesse illustrazione, simbolo. E, sulla sovracoperta, lo hanno fatto coniugando una font dall’apparenza classica ai nuovi orizzonti della “stampa”: il lasercut. La parola è stata trasformata in immagine, ed è come tale che andrà letta, prima che come testo.
A rimarcare il ruolo dell’“illustrazione di copertina”, che si fa logo, la si ritrova all’interno del volume a dare forma ai titoli delle diverse conferenze, e in chiusura del libro, per lasciare traccia nel ricordo del lettore: un altro tassello per rimarcare l’identità.

ex libris di Tullio Castellani
libretti della collana Orientamenti di vita interiore

filo diretto con il passato

Il carattere chiamato a illustrare la sovracoperta è un Century Gothic: una font bastoni, semplice e lineare che, sorpresa scoperta dopo la pubblicazione, richiama le linee del carattere che ha illustrato la collana di testi Orientamenti di vita interiore, 4 volumetti, 1944. È una font geometrica, elegante, senza tempo, molto simile ai caratteri “romani”. Nonostante il richiamo al passato, il Century Gothic nasce nel 1991 ed è una font digitale, ispirata al Futura: un filo diretto con il passato che apre al futuro.
Per i testi delle conferenze abbiamo scelto un grande classico: un Simoncini Garamond, carattere graziato che favorisce la lettura. Lo si legge già al primo sguardo.
A voler richiamare il passato, abbiamo inserito, nella parte introduttiva del volume, la riproduzione di una comunicazione ai soci del Centro di Cultura Spirituale (Annali di Centro Coscienza, vol. III, 1938-39), datata 24 marzo 1939: si avvisano i soci che uno degli appuntamenti del mercoledì sera verrà rimandato causa esercitazioni antiaeree. Un altro modo per restituire al lettore lo spirito del tempo.

(…) i segni grafici che state leggendo non rappresentano che stimoli sensori (bianco e nero) sul nostro occhio, ma non si limitano a questa funzione, bensì costituiscono dei simboli del mio pensiero che la mia coscienza trasmette alla vostra e che voi interpretate per risonanza. lo studio analitico dei caratteri della stampa non potrà mai darvi questa comprensione, così come lo studio dell’acustica non potrà mai rivelarvi il messaggio musicale che la coscienza dell’artista vi invia per mezzo dei suoni.
Tullio Castellani, I mercoledì di Sant’Andrea, conferenza #12

fare i libri

Nell’epoca del libro digitale, del libro che si smaterializza, la ricerca di un piccolo editore deve orientarsi al recupero della dimensione fisica del libro che dia al lettore delle buone ragioni per scegliere il “vecchio” libro di carta. È per questo che I mercoledì di Sant’Andrea hanno richiesto una ricerca dei materiali e delle tecniche di stampa che ne facessero non un libro qualunque, ma un libro oggetto, la cui forma non avesse niente da invidiare al contenuto. Un’esperienza visiva e tattile alla quale partecipano la sovracoperta “stampata” con taglio laser; una coperta in cartoncino goffrato naturale Fedrigoni Blu Denim; il corpo interno stampato su carta 100% riciclata.
La prima tiratura conta solo 200 esemplari numerati, ennesimo segno della preziosità del volume.

Comunicazione ai soci del Centro di Cultura Spirituale - I mercoledì di Sant'Andrea
Con tutto l’essere noi dobbiamo incamminarci in questa grande avventura: alla ricerca di noi stessi.