chi siamo

chi siamo

il cuore della testimonianza di tullio castellani è lo stesso del comando sul frontone del tempio di delfi: «conosci te stesso», che intrinsecamente per lui significava anche il comando a realizzare se stessi. e realizzare voleva dire per castellani trasformare di continuo se stessi integralmente, nel corpo fisico, nella dimensione delle emozioni e dei sentimenti, nelle facoltà del pensiero per rendersi sempre meglio capaci di esprimere l’istanza profonda a essere, forse a divenire, che sta in ciascuno di noi creando attorno a sé una realtà sociale più umana.

La Fondazione Tullio Castellani nasce nel 1995.
Voluta e finanziata da una discepola di Castellani e di recente sostenuta dal generoso lascito di una seconda, ha lo scopo di onorarne e trasmetterne la memoria.
Si dedica all’approfondimento del suo pensiero e propone iniziative favorevoli alla diffusione della sua visione umanistica: progetti editoriali, con il marchio Edizioni di Maieutica; organizzazione di conferenze e convegnicollaborazioni con altri enti impegnati in campo culturale e sociale; attività di formazione dedicate ai giovani.

L’archivio della Fondazione è ricco di documentazione – di Castellani stesso ma anche di altri soci di Centro Coscienza, l’associazione da lui fondata a Milano nel 1938: un patrimonio di grande ricchezza e possibilità espressiva di cui, nell’arco di un ventennio, sono stati raccolti, catalogati, studiati e anche pubblicati i moltissimi scritti – testi fondamentali e pubblicazioni storiche – su temi che spaziano dall’arte, alla filosofiaalla storia delle religioni, alla musica, alle scienze naturali. Alcuni di questi testi sono entrati a far parte delle pubblicazioni di Edizioni di Maieutica, altri ne hanno ispirato e suggerito i temi, o fornito un incitamento alla ricerca per i libri di un marchio editoriale che esplora i territori della spiritualità, della bellezza e del contemporaneo.

L’altro versante delle attività della Fondazione riguarda l’organizzazione di gruppi di studio o di incontri con le “voci del nostro tempo”. Avendo cura di coinvolgere relatori,
siano essi professori all’università o antropologi o poeti, che testimonino nella vita la propria esperienza, cercando di evitare l’intellettualismo fine a se stesso, queste iniziative perseguono ciò che a Castellani stava tanto a cuore: un approccio alla cultura in grado di risvegliare nell’uomo la dimensione dei valori morali e spirituali.

la cosiddetta cultura che ci è stata impartita era costituita da un’istruzione con pretese formative, ma, essendo le nozioni non rispondenti a un vero e sentito bisogno della nostra coscienza, esse hanno perduto ogni unità e ogni coesione, fluttuano come rottami di un naufragio sul mare della vita, dando a molti soltanto una vana e vanitosa pretesa di superiorità intellettualistica.
Tullio Castellani, L’educazione dell’adulto

Tullio Castellani, nato a Venezia nel 1892, è ancora un adolescente quando, stanco dell’erudizione fine a se stessa, decide di smettere i panni dell’alunno e abbandonare il liceo scientifico per prepararsi privatamente alla maturità classica. Il precoce percorso da autodidatta gli svela il valore della cultura come possibilità di ricerca di sé e della propria dimensione spirituale: si fa strada in lui la consapevolezza che la cultura non si può insegnare né apprendere, come si racconta a scuola, ma è al servizio dell’uomo, un mezzo per approfondire il senso e il valore del suo esistere. Ha inizio un percorso fatto di studio e di ricerca costanti, che lo accompagnerà lungo l’intero corso della vita.
Ottenuto il diploma, Castellani frequenta l’università a Milano e qui si laurea prima in Economia e poi in Giurisprudenza. Tra i ventitré e i ventisei anni affronta, con lo stesso impegno dedicato agli studi, la stagione al fronte – siamo negli anni della Prima guerra mondiale – e ne ritorna con alcune medaglie al valore. Seguono il matrimonio,
il trasferimento a Genova e la nascita di un figlio. Dà inizio alla carriera di avvocato nello studio di uno zio ma, complice lo scarso numero di clienti, comincia a insegnare e a sperimentare un suo metodo finalizzato a scuotere la “passività mentale” degli alunni e ad attuare la sua visione dell’educazione come strumento di formazione dell’uomo.
È a Genova che entra in contatto con la Società Teosofica. Ne condivide gli scopi – fratellanza universale, studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze, ricerca delle forze nascoste nella natura e nell’uomo – e in pochi anni, nel 1934, Castellani diventa segretario generale per l’Italia e sarà in carica fino al ’39. Ma il suo è uno spirito indipendente, votato a studiare e ricercare ancora e ancora, con il proposito di dimostrare la necessità per l’uomo di una ricerca spirituale. Intensifica l’attività di conferenziere e intanto prende le distanze dallo spiritualismo di stampo ottocentesco della Teosofia, maturando una sua idea originale di uomo come coscienza. 

coscienza è conoscenza interiore e manifestazione ed è capacità di stabilire rapporti (…) con l’universo che ci circonda (…).
la coscienza in dinamico sviluppo fa di ogni pensiero, di ogni atto, di ogni incontro un elemento del suo crescere e crea continuamente rapporti nuovi, qualitativi e non quantitativi.
Tullio Castellani, Il senso spirituale della cultura

Con lo scioglimento della sezione italiana della Società Teosofica nel 1939, imposto dal Fascismo, per Castellani si profila una nuova possibilità di sperimentazione: trasferitosi a Milano per dirigere un’azienda, fonda, nel 1938, il Centro di Cultura Spirituale con la finalità di «favorire lo studio dei problemi spirituali specialmente sotto l’aspetto scientifico, filosofico, morale, artistico e religioso». Le attività dell’associazione sono il frutto dei suoi studi, della sua avversione a formalismi e accademismi di ogni genere, e si realizzano attraverso un metodo maieutico di lavoro che opera su due fronti: uno teorico-spirituale, di pensiero, e uno pratico, d’azione, interdipendenti l’uno dall’altro. Proprio per realizzare il principio d’azione, nel 1944, Castellani affianca al Centro una nuova realtà, Coscienza. Unione per lo sviluppo dei valori morali, una seconda associazione in cui mettere in pratica e realizzare le proprie scoperte interiori, sia attraverso l’assunzione di compiti e responsabilità nell’associazione stessa, sia all’interno di attività culturali. Intanto scrive poesie e saggi, e traccia le linee di una nuova concezione della società. Non si tratta mai di soluzioni, tantomeno formali, ma di indicazioni di ricerca perché ciascuno realizzi autonomamente le aspirazioni più profonde. La sua produzione è un costante invito alla trasformazione, all’apertura, all’arricchimento e all’elaborazione di sé. Dopo la perdita della moglie nel 1942 e del figlio pochi anni più tardi, Castellani dedica tutto se stesso a Centro e a Coscienza. Ben presto ne affida la parte attiva ai collaboratori più stretti, impegnandosi soprattutto nella formazione interiore di soci e amici. Nel 1953 viene colpito da un ictus cerebrale che lo priva della parola e della scrittura, ma non abbandona mai la guida dei lavori interiori. Muore nel 1977.